Le Recensioni di Edo: Zero Il Folle di Renato Zero (2019)

Dopo il progetto Zerovskij e due dvd live, Renato Zero torna con un nuovo album di inediti.

Pubblicato il 4 ottobre 2019, è stato anticipato dal singolo “Mai più da soli”, l’album è stato registrato a Londra prodotto e arrangiato da Trevor Horn e in studio ci sono anche Phil Palmer e Alan Clark che oltre a suonare hanno scritto insieme a Zero alcuni brani. L’album si apre con il primo singolo estratto “Mai più da soli” che racconta come il mondo digitale ci allontana dalla realtà, “Viaggia” è un invito a viaggiare e fare esperienze nuove raccontato con motivazione e saggezza, “La culla è vuota” parla della bassa natalità, “Un uomo è…” è una “carta d’identità” dell’essere umano, “Tutti sospesi” tratta il tema dell’ambiente, “Quanto ti amo” esprime l’amore più classico, “Che fretta c’è” è una critica ai ritmi frenetici della vita moderna, “Ufficio reclami” un dialogo ironico a tema ecclesiastico, “Questi anni miei” è una riflessione sui suoi anni, “Figli tuoi” apprezza le opportunità della vita ma anche le difficoltà di un’esistenza poco supportata, “La vetrina” è il secondo singolo estratto dall’album dopo la sua uscita ed è un inno alla vita e un invito a godere ciò che si ha e abbandonare i vizi e le aspettative, “Quattro passi nel blu” è una dedica toccante ai “maestri” del passato e “Zero il folle” che chiude il disco ed è anche la title-track e qui omaggia l’estro del suo personaggio in rapporto alla follia.

La copertina mostra un suo primo piano dove indossa 4 diversi cappelli e vestiti che vanno a costituire 4 copertine diverse che foderano l’album e sotto la copertina colorata c’è una copertina ancora diversa ma standard per tutti i supporti e ogni copertina è abbinata ad una lettera che va a formare la parola ZERO, (uscito in cd,doppio lp e digitale).

Successivamente è uscito anche un 45 giri con i due singoli trainanti dell’album con una copertina ancora diversa.

Un album stupendo che non delude le aspettative dei suoi fans ma che può incuriosire anche il fruitore più semplice, è un album davvero intenso.

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Ciao ní

Edoardo Mastrocola

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