Hiroshima Mon Amour porta Gue Pequeno al Flowers Festival: un live infuocato a Collegno

Lunedì 30 giugno 2025, a Collegno, il Parco della Certosa ha pulsato a ritmo del “La Vibe Summer Tour”: sul palco del Flowers Festival è salito Gue Pequeno, regalando una performance ad alto tasso adrenalinico per un pubblico entusiasta di ogni età.

Alle 19:00 hanno aperto i cancelli, accogliendo fan, soprattutto giovani, sotto un cielo estivo che preannunciava magia.

Alle 22:00 Gue Pequeno ha aperto il live con i brani più attesi, alternando hit storiche e pezzi dell’ultimo album “Tropico del Capricorno”. Nel set non sono mancati Meravigliosa, Bling Bling, La vibe, 2 %, Brivido, insieme ad altre perle della sua carriera . L’energia non ha mai lasciato il palco: ogni brano ha trascinato il pubblico in un climax di ritmo e partecipazione.

Gue Pequeno, noto per la sua capacità di coinvolgere il pubblico, ha trasformato il concerto organizzato dall’ Hiroshima Mon Amour, in una festa collettiva: cori urlati, salti, smartphone alzati, torce accese e una sensazione di appartenenza. Il rapper ha ripercorso oltre 20 anni di carriera, dal Club Dogo ai traguardi da solista, con una direzione chiara: celebrare l’oggi e quello che ha costruito.

A scandire i beat e a potenziare l’energia del concerto, Gue Pequeno è stato affiancato dal fidato DJ Jay K. La produzione sonora è stata sostenuta anche da una live band composta da Max D’Ambra, B‑Dog e Christian Capasso, che hanno reso l’arrangiamento ancor più dinamico e coinvolgente.

Un sound potente, sostenuto da un’adeguata regia luci e scenografie d’effetto, ha reso la performance visivamente dinamica. Il messaggio è arrivato forte: la musica unisce, e la sua è musica vera, senza filtri.

Un debutto convincente del “La Vibe Summer Tour” tra luci e bassi taglienti. Collegno ha inaugurato nel modo migliore le date estive del rapper milanese, che ora punta verso Perugia, Padova e oltre. Se ieri sera avete ballato, cantato, urlato: siete stati dentro uno dei live più potenti dell’estate.

Articolo a cura di Alessia Trombin

Foto di Stefania Di Pietro

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