Le Recensioni di Edo: Il Cammino dell’Anima di Angelo Branduardi (2019)

È uscito il 4 ottobre del 2019 l’ultimo album di Angelo Branduardi dal titolo “Il cammino dell’anima” che arriva a distanza di più di 5 anni dall’ultimo lavoro “Il rovo e la rosa-Ballate d’amore e morte”.

Branduardi in questo nuovo disco ha deciso (ispirato per puro caso) di mettere mano alla persona, alla vita e a un’opera della tedesca Ildegarda di Bingen che è stata una monaca cristiana nata nel 1098 che fu anche: suora benedettina (reclusa bambina secondo la regola di San Benedetto) e in seguito divenne, grazie a papa Benedetto XVI nel 2012 santa Ildegarda di Bingen dottore della chiesa universale, fu anche scrittrice, teologa, mistica (nel corso della sua vita ha avuto delle visioni mistiche), e inoltre aveva innumerevoli e svariate passioni come l’erborista, la filosofa e molte altre, e fra queste passioni c’era proprio la musica. Branduardi ha lavorato sui suoi manoscritti musicali traducendo prima dai testi originali in una forma arcaica di latino-tedesco per poi “giungere” fino ad Harvard dove ha trovato delle traduzioni in inglese e quindi più comprensibili e facili da tradurre e poi ha cercato anche di tradurre in musica “verticale” ed eseguibile gli spartiti dell’opera.

Il primo brano è “Preludio” che è un canto corale che introduce l’opera, “Il cammino dell’anima,Pt.1” è sempre un brano a più voci dove è presente Cristiano De Andrè, Branduardi e il controtenore Arturo Sorrentino, e sembra riprodurre il lento incedere dei fedeli durante una processione, Ne “Il cammino dell’anima,Pt.2” non sono presenti ne parti cantate e ne strumentali ma c’è il solo parlato cupo e modificato in studio (sicuramente di Angelo Branduardi) che interpreta il Maligno o l’ingannatore, accompagnato poi sul finire del brano da una musica che va in crescendo per collegarsi subito al brano successivo che è “Il cammino dell’anima,Pt.3” che è anche uno dei pochissimi brani cantati del disco, qui un coro mette in guardia la protagonista del brano dalle lusinghe del serpente (che è l’arcaica rappresentazione del male) e poi inizia un arrangiamento stupendo che immerge completamente l’ascoltatore nel periodo storico di Ildegarda creando un’atmosfera sublime, “Gerusalemme” è un brano strumentale fatto principalmente di percussioni, “L’estasi, La donna” e “L’estasi, Il figlio” sono due brani cantati dove Branduardi canta le invocazioni di Ildegarda, e sono separati da “Sinfonia” che è uno stupendo brano strumentale ricco e molto medievale e infine “Coda” che è appunto il brano che termina il disco, ed è un’incredibile brano orchestrale.

L’album è stato anticipato dal singolo “Il cammino dell’anima,Pt.3” che per le radio è uscito in una versione differente dal disco, ovvero radio edit(accompagnato da un videoclip). L’album è uscito solo in cd e in digitale (sarebbe dovuta uscire anche una versione in vinile ma per ora è sospesa per l’emergenza sanitaria), la copertina è un semplice sfondo bianco con il nome dell’artista e il titolo dell’album scritto in caratteri antichi e dorati (ma all’interno del cd trovate una splendida foto di Branduardi), l’album è riuscito anche ad entrare nella classifica italiana arrivando alla posizione 32.

Questo album (seppur breve, dura poco più di 30 minuti) rende gloria alla fantastica donna quale era Ildegarda (definita dallo stesso Angelo: una marziana) che è un’eccezione vera e propria nella storia perché era una donna dell’anno mille che scriveva musica e perché scriveva delle vere e proprie, definite da lei stessa, sinfonie (definite da Angelo: musica eterna).

È doveroso citare i musicisti e chi ha lavorato dietro questo album: i fantastici componenti dell’orchestra, Angelo Branduardi (voce, violino e percussioni), l’onnipresente Luisa Zappa che è la moglie di Branduardi e anche colei che scrive e riadatta i testi, l’ospite d’eccezione Cristiano De Andrè (voce), Arturo Sorrentino (controtenore e cori), Claudia D’Ulisse, Alexia Pillepich, Luciano Graffi (cori), Diego Corradin (batteria), Giovannangelo De Gennaro (viella, traversiere alto, traversiere basso, flauto soprano, flauto alto, kaval), Nicola Oliva (chitarre acustiche, chitarre classiche, chitarre elettriche, dobro), Arnaldo Vacca (percussioni, cori), il mitico Fabio Valdemarin (programmazione, pianoforte, tastiere, chitarre classiche, chitarre acustiche, chitarre 12 corde, chitarre elettriche, basso elettrico, fisarmonica, percussioni, cori), Davide Bartoni (trombino), e infine Stefano Zavattoni (orchestrazione e direzione d’orchestra).

Questo album è riuscito a divulgare la persona che era Ildegarda che era una donna sui generis, che speculava sull’anima e sul suo posto nell’universo (e fu probabilmente la prima figura femminista) ma è riuscito anche a riportare alla luce nove brani ispirati alla sua opera. È un disco che vi farà elevare corpo e anima.

Alla prossima recensione

Edoardo Mastrocola

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