EDOCULTURA: Le Recensioni di Edo: Power Up degli AC/DC (2020)

A distanza di anni dall’ultimo lavoro “Rock or bust” del 2014, gli AC/DC tornano con un nuovo album di inediti dopo varie vicissitudini nel corso di questi anni: i guai giudiziari di Phil Rudd condannato a quella che sembrava una definitiva damnatio memoriae e infine redento e riarruolato in squadra, poi i problemi di udito di Brian Johnson, tanto seri da costringerlo a cedere il posto nell’ultimo tour ad Axl Rose, e infine la brutta notizia della morte di Malcolm Young sopraggiunta nel 2017 dopo un lungo calvario e quindi la disponibilità di un grande quantitativo di materiale inedito messo da parte (scritto con l’apporto proprio di Malcolm a cui è dedicato il disco) unita alla piena riabilitazione di Brian Johnson e alla naturale iperattività della band ha fatto sì che si creassero i presupposti per l’ennesimo ritorno in studio che ha dato vita a questo nuovo album.

L’album si apre con “Realize” un brano esplosivo che ci introduce a gamba tesa nel sound davvero elettrizzante di tutto l’album, “Rejection” è un brano che spicca per un accompagnamento di chitarra “tirato e solido”, “Shot in the Dark” è il brano che ha anticipato l’uscita del disco, brano bellissimo grazie ad un refrain ed a un groove incalzante quanto il ritornello con anche un fantastico assolo di Angus Young, “Through the Mists of Time” è un brano dai toni più calmi ma pur sempre notevole, nel brano “Kick You When You’re Down” si assiste ad una grande performance chitarristica di Angus Young, “Witch’s Spell” è un brano fluente che non si slancia troppo e che fa da “trampolino di lancio” per il brano successivo, “Demon Fire” è un rock’n’roll incalzante grazie anche alla sempre graffiante e pungente voce di  Brian Johnson, “Wild Reputation” un brano davvero corale con uno splendido lavoro di Cliff Williams al basso, “No Man’s Land” un brano più lento che non spicca particolarmente, “Systems Down” e “Money Shot” rialzano un po’ il livello dell’album con riff elaborati, dinamicità e anche cattiveria, e infine “Code Red” chiude in maniera perfetta l’album.

L’album è stato anticipato dal singolo ufficiale “Shot in the dark” e successivamente è uscito come secondo singolo ufficiale il brano “Realize” e poi sono usciti altri due “singoli” non ufficiali e quindi non in radio: “Demon fire” e “Wild Reputation”. L’album è stato pubblicato nei seguenti formati: LP (5 versioni), CD standard e CD deluxe (edizione limitata); quest’ultima edizione comprende, oltre al CD standard, una scatola con un bottone a sinistra che premendolo si illumina il logo del gruppo mentre gli altoparlanti fanno partire l’introduzione del singolo “Shot in the Dark” per alcuni secondi; la scatola è anche dotata di un cavetto USB per ricaricare la batteria, (si tratta del secondo caso al mondo per un album che si illumina la copertina dopo l’album VascoNonStop Live di Vasco Rossi). La copertina vede al centro l’enorme logo luminoso della band che si trova in uno sfondo che sembra essere lo studio dove hanno girato il videoclip del singolo di lancio “Shot in the dark” con chitarre, bassi, impalchature, due batterie al fondo della sala sia a destra che a sinistra e una serie di famose “cage” da concerti dove solo li compare il titolo dell’album.

Power Up nonostante la lunga attesa e l’ottimo risultato che ha raggiunto in vari paesi fra cui l’Italia che il 22 dicembre 2020 ha certificato l’album come disco d’oro, ma nonostante tutto questo il disco ha ricevuto come sempre numerose critiche forse dovute anche un po’ alla spesso frequente ripetitività della band nel corso degli anni, ma comunque rimane un disco degno di nota e di menzione per una grande band che si è voluta rimettere in gioco dopo anni nonostante tutto quello che è accaduto e che sta accadendo.

Alla prossima recensione

Edoardo Mastrocola

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