EDOCULTURA: I KRAFTWERK, LO STILE MUSICALE

Gruppo ispirato al minimalismo e alla musica colta di Stockhausen, i Kraftwerk si distinguono per lo stile volutamente freddo e in qualche modo vicino all’estetica futurista. Le loro sonorità ritmiche e robotiche li hanno resi importanti antesignani di innumerevoli tendenze della musica elettronica, quali la techno, la musica house e la musica industriale,e dell’hip hop, nonché gli inventori del cosiddetto “techno pop”: un genere che sarebbero andati a definire con Autobahn (1974), l’album della loro svolta “commerciale”. Il gruppo definisce il suo stile musicale come robot pop mentre AllMusic li fa anche entrare nel novero dei gruppi del proto-punk, del rock sperimentale e dell’indie rock.

Tuttavia la musica dei Kraftwerk è frutto di un’evoluzione. Con i primi due omonimi album del 1970 e del 1972, lo stile della formazione è vicino alla musica cosmica tedesca e sarebbe “ispirato ad angoscianti realtà metropolitane, con ostiche sonorità ai confini del rock”. Dopo l’album di transizione Ralf and Florian (1973) il gruppo prende le distanze dal krautrock delle origini per avvicinarsi al rock elettronico con Autobahn, caratterizzato da un sound più personale. Il primo album interamente elettronico è però Radio-Aktivität (1975) che segna un momentaneo e parziale riavvicinamento all’avanguardia dei primi dischi. Il successivo e più ballabile Trans-Europe Express (1977) è considerato un altro capitolo importantissimo nella discografia dei Kraftwerk che accosta pop e musica concreta, mentre Il seguente The Man Machine (1978) “riprende e attualizza le migliori invenzioni dei primi Kraftwerk ultra sperimentali e lancia in orbita un’inedita forma di technopop ad alto quoziente di aristocrazia dandy”. In dischi più recenti quali Computer World (1981) ed Electric Café (1986) il gruppo di Düsseldorf si avvicina alla dance minimale.

Edoardo Mastrocola

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