Una biblioteca pubblica nell’ex Pronto Soccorso dell’ospedale san Luigi

ORBASSANO – Una biblioteca pubblica all’interno di un ospedale. Primo caso in Italia, è stata inaugurata mercoledì scorso (16 ottobre) nei locali dell’ex Pronto Soccorso del san Luigi di Orbassano. Gli spazi un tempo destinati alla prima emergenza, con la realizzazione della nuova palazzina del Dea si sono così trasformati in un luogo di cultura. Oltre ai quattromila libri presenti in ospedale, una quindicina di abbonamenti fra giornali, riviste e dvd, i pazienti, i loro familiari, i dipendenti e tutti i cittadini avranno accesso a un milione e 700mila delle 65 sedi dello Sbam, il Sistema bibliotecario dell’area metropolitana. E al pari delle altre strutture comunali, il libri saranno prenotabili e potranno arrivare in pochi giorni in ospedale, salvo poi essere restituiti dopo la loro lettura nei cento box o biblioteche dei comuni dell’area torinese. Gli utenti avranno a disposizione anche apparecchi per realtà virtuale, e-book, tablet, facilitatori di lettura. Il servizio sarà a cura dell’associazione San Luigi Gonzaga, una onlus fondata nel 2003 dal professor Alberto Angeli in collaborazione con l’allora direttore dell’ospedale Alessandro Bertinaria che ha sempre operato per il miglioramento della qualità assistenziale, del sostegno al recupero dei pazienti disagiati e al miglioramento della qualità e delle strutture ospedaliere. La maggior sostenitrice del servizio è la Compagnia di San Paolo mentre il logo della biblioteca è stato realizzato dal noto artista Ugo Nespolo. In collaborazione con il Circolo dei Lettori, la Cooperativa Mirafiori, associazioni culturali e degli studenti di Medicina, la nuova biblioteca del san Luigi organizzerà iniziative culturali nelle corsie e presentazioni di novità librarie. «La biblioteca – dice il professor Pier Maria Furlan, oggi presidente dell’associazione san Luigi Gonzaga – si pone non solo come un servizio di interscambio di libri ma come occasione culturale vasta per organizzare letture comuni, incontri, presentazioni di libri, dibattiti, letture in corsia e in day hospital, in modo che un ospedale non sia “soltanto” un luogo di cure ma un luogo che si prende cura dei suoi pazienti, dei suoi accompagnatori, dello stesso personale dipendente dell’ospedale e di tutta la popolazione in generale per una concezione solidale del fare salute».Paolo PolastriL’Eco del Chisone

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