EDOCULTURA – Le Recensioni di Edo: Parallel Worlds di Fabrice Pascal Quagliotti (2020)

 Fabrice Pascal Quagliotti, il tastierista dei Rockets, decide di mettere “a riposo” la band che gli ha reso notorietà per intraprendere la sua carriera da solista, e con “Parallel Worlds” ci fa viaggiare in un mondo affascinante fatto di musica elettronica, ma anche di progressive rock. “Parallel Worlds” potrebbe essere la colonna sonora di un film, oppure varie colonne sonore di 14 ipotetici film, come ha dichiarato lui stesso in un’intervista.

“Parallel Wolrds” ha un significato molto attuale, come se le note parlassero con testi che si rivolgono al mondo, all’uomo, con anche un messaggio di pace. Le atmosfere spaziali di “Alchemy” sono avvolgenti e fanno viaggiare realmente, il suono dei synths, del moog, sa essere vintage, moderno e futuristico e “So Long Major Tom” è dedicato a David Bowie, di cui il tastierista è un grande estimatore, il brano è sempre elettronico, ma con rifiniture più aggressive e “Princess” è melodico e romantico con pianoforte e archi emulati, brano scritto anni fa per i Rockets ma utilizzato e riesumato ora e “Friends”, altro brano molto atmosferico ma con magnetiche basi elettroniche e arriva poi “Renaissance”, romantico, raffinato e quasi new age, con sempre un pianoforte che detta delle belle melodie e una voce femminile emulata anch’essa dalle tastiere, una colonna sonora per un ipotetico film su alcuni nostri grandi artisti come Leonardo, Raffaello e Michelangelo e ancora “Song Of The Earth”, altro brano molto d’atmosfera, quasi new age, melodie vellutate che fanno da colonna sonora di un sogno forse surreale, quello di abbattere ogni barriera, di razza, di religione, di idee politiche, siamo tutti uguali in un Pianeta, il Pianeta Terra che stiamo contribuendo a distruggere e il tastierista ci fa riflettere con melodie carezzevoli e se chiudiamo gli occhi, forse questo suo desiderio potrebbe essere reale, ma nelle ritmiche che arrivano verso la fine del brano, arrivano energie positive dettate anche da una bella voce di donna. Dei canti gregoriani ci deliziano in “Hubble Space Telescope”, ma non mancano anche riff di chitarra distorta in lontananza e spesso le tastiere aprono a melodie veramente accattivanti. In “Japanese Tattoo” e in “Mezcal” (in questo ultimo brano torna un’elettronica più ritmata e d’effetto) si esplorano culture orientali e del Messico e “Tovarisch Gagarin” è un tributo a Yuri Gagarin, un altro personaggio che è nel cuore di Quagliotti ed è un vero viaggio verso le meraviglie dell’Universo e nel finale un accenno a “Incontri Ravvicinati Del Terzo Tipo”. Gli ultimi quattro brani non sono da meno, le strane atmosfere di “Strange Loop” in collaborazione con Frederick Rousseau, tastierista di Jean-Michel Jarre e amico di Quagliotti, l’elettronica che sposa la cultura mediorientale di “Harem”, il magnetismo elettronico e pungente di “El Fuego”, dalle ritmiche anche ballabili e la vena più rock e moderna di “Walk Away”, dove si odono anche riff di chitarra elettrica e voci femminili e anche un po’ do progressive.

L’album non è stato anticipato da nessun singolo ma solamente da un videoclip promozionale uscito sul canale Youtube dei Rockets, dove per l’appunto vengono mostrati spezzoni di tutti i brani dell’album corredati da un video creato da Fabrice e con anche alcune scene durante la creazione e la registrazione dell’album. L’album è stato pubblicato in:

2LP (LP Doppio – vinile trasparente) – Edizione limitata – 500*

2LP (LP Doppio – vinile nero sonico) – Edizione limitata – 500*

1CD Formato libro – 32 pagine – Edizione deluxe limitata – 1000

Streaming & download sulle piattaforme principali (iTunes, Apple Music, Spotify ecc.)

*Le edizioni in vinile contengono 2 versioni binaurali a 32-bit di “Friends” & “Strange Loop”. Il mix speciale di Frederick Rousseau (da ascoltare in cuffia) è un’esperienza unica.

Nel disco vediamo all’opera Fabrice Pascal Quagliotti: Tastiere, synths, moog, minimoog, moog voyager, ma ci sono anche delle special guest: Frederick Rousseau: Tastiere nei brani 4, Gianluca Martino: Chitarra nel brano 7 e 11, Axel Cooper: Batteria e bass drum nel brano 14. La copertina vede un “mezzo busto” di un robot intento a suonare davanti ad un pianoforte, paragonabile ad un robot dei Kraftwerk oppure ai robot del film “Io robot”, e come sfondo possiamo notare uno sfondo molto luminoso ed elettronico, mentre il retro copertina presenta la lista dei brani con, abbinata ad ogni brano, un’immagine che descrive e rappresenta quel brano.

Infine, possiamo dire che questo disco è rivoluzionario, anticonformista e molto azzardato, visti anche i tempi in cui viviamo ma Fabrice nonostante sia impegnato costantemente con i tour dei Rockets, ha sentito che era ormai giunto il momento di cimentarsi in un progetto solista, che lui ha definito cosi in italiano: Mondi paralleli che si scontrano – musica per il 21° secolo. E un po’ il “futuro” dei Rockets sarà sicuramente questo, un nome storico, un moniker (ovvero un nome) che rimarrà nei live, e per il resto abituatevi al nome di Fabrice Pascal Quagliotti.

Alla prossima recensione

Edoardo Mastrocola

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