A Orbassano il robot cameriere che serve sushi ai tavoli del risto-grill

Il grembiulino è rosa ma la voce è al maschile. Si aggira con passo sicuro tra i tavoli, portando vassoi colmi di piatti di sushi. Poi si riavvicina alla cucina con discrezione, come se facesse questo lavoro da sempre, pronta a raccogliere una nuova ordinazione. Si chiama Xiao Lu. È uno dei primi robot camerieri arruolati nei ristoranti della Provincia di Torino. Al ristorante “Mille voglie” di via Frejus la robottina è già una star. Un tempo qui c’era un magazzino che vendeva prodotti per il “fai dai te”. Ora, liberato il fabbricato da chiodi, trapani e latte di vernice, ha aperto lo scorso settembre un risto-grill giapponese. Ci sono clienti che arrivano fin qui anche solo per fare un selfie o immortalare questa macchina dalle sembianze umane. In tanti con lo smartphone in mano per fare un video del robot cameriere da pubblicare sui social.Quando arriva a destinazione, pronuncia alcune parole, in italiano e anche in inglese: «Ecco i piatti che hai ordinato. Ora toccami la mano per farmi riprendere il servizio». Poche frasi. Nessun sorriso visto che la robottina non ha neppure una bocca. Il cliente prende le sue portate, avvicina il palmo a un sensore e la cameriera elettronica torna obbediente verso la cucina con quegli occhi tondi e luminosi che esplorano la sala. Non sciopera. Non si lamenta. Svolge il suo lavoro senza percepire stipendio. Ma soprattutto non le pesano le ore in piedi, nel viavai di clientela perlopiù giovane che soprattutto la domenica la osserva con stupore. Xiaozhen Jiang ha 43 anni. Prima aveva un bar a Torino, ora è la titolare del ristorante. Per comprare il  robot ha speso circa 2.500 euro: «I miei clienti sono rimasti senza dubbio incuriositi da questo nuovo arrivo. Qui ad Orbassano siamo gli unici ad averlo. E anche tra i primi della Provincia di Torino». L’androide è telecomandato, registra la distanza dei tavoli e il loro posizionamento. Grazie a un collegamento wi-fi, raggiunge il tavolo indicato e va a servire i piatti. E si ferma se qualche cliente le taglia la strada all’interno del locale. «L’idea del robot? L’ho vista in tv – aggiunge Jiang -. E poi ci bombardano di pubblicità.  Così ho deciso di arruolarlo ai miei dipendenti». È una brava cameriera? «Va in giro e segue le indicazioni che le diamo attraverso un tablet». Avanti e indietro, tra sala e cucina. Tra un sushi e l’altro. Ma senza passione. Senza ordini da prendere. Senza incassare eventuali lamentele.

Paolo Polastri
L’Eco del Chisone

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