
King Marracash infuoca Torino: dal vivo è tutta un’altra storia.
“Il livello è troppo trash, serve un power slap”.
Così si apre uno degli eventi più attesi dell’anno. E noi che amiamo la musica e il genio di chi la crea, non potevamo certo perderci il primo tour degli stadi del King del rap.
Marracash torna ad infuocare letteralmente Torino, allo stadio olimpico, per la sua terza tappa di un tour senza precedenti. Non è il solito concerto, e non c’è solo la musica. I 37 mila spettatori lo sanno e sono pronti e caldi, non solo per le alte temperature della giornata, che non spaventano nessuno, neanche il King, che non si risparmia. Perché i fans lo sanno, dal vivo è tutta un’altra storia.
Già dal Soundcheck abbiamo capito il mood della serata, e siamo stati contenti di scoprirci emozionati e vedere la stessa emozione anche in Fabio.
Poche ore di attesa ed è iniziato il viaggio.
Un viaggio nella storia dell’artista, Marracash, a confronto con la persona, Fabio, attraverso non solo i brani dell’ultimo album “È finita la pace”, ma anche tra le note di quelle che sono state le sue canzoni più celebri e amate dei suoi precedenti album “Persona”, ” Noi, loro, gli altri”.
3 ore di spettacolo fatto di musica con la sua band dal vivo, un occhio gigante che ci osserva da vicino, una scenografia che non lascia nulla al caso, con giochi di luce e fiamme sul palco, ed un corpo di ballo che arricchisce la narrazione.
I concerti di Marracash sono sedute dallo psicologo? Ci si chiede scherzando.
Direi che sono meglio. Sono un percorso introspettivo, nel profondo, ci si spoglia per scoprire debolezze e fragilità, che possono diventare anche nostri punti di forza.
Un artista che viene apprezzato proprio per questo, perché non indossa maschere e si racconta al suo pubblico per quello che è: un ragazzo, ormai uomo con la passione per la musica, con il suo vissuto difficile, proprio come accade a noi, e che come noi vuole solo essere visto e amato per quello che è.
E il suo pubblico lo ha fatto cantando a gran voce tutti i suoi pezzi. Nessun ospite, solo Madame ad accompagnare Marracash, in una delle loro canzoni più dolci “L’anima”.
Fuochi d’artificio finali nel cielo stellato di Torino per un “Happy end” in regola, che ci ha lasciato senza fiato, tanta gioia e con un filo di malinconia per la fine della serata.
C’è solo un antidoto per superare il trauma, andare nuovamente ad un suo concerto!





