
Spiritual: un viaggio nel cuore di Pino Daniele
Oggi ho vissuto un’emozione intensa, profonda, di quelle che ti restano addosso.
Ho visitato Spiritual, il museo dedicato a Pino Daniele, ospitato in uno dei luoghi più simbolici e suggestivi di Napoli: il Palazzo Reale.
Entrare in quelle sale è come entrare in punta di piedi nell’anima di un artista che ha segnato la musica italiana, e soprattutto la vita di chi, come me, è cresciuto con le sue canzoni. Spiritual non è solo un museo, è un’esperienza sensoriale, un viaggio nel tempo, nei suoni, nelle parole e
nella magia di Pino.


Il percorso espositivo si apre con gli inizi: la Napoli degli anni ’70, la passione per la chitarra, la voce graffiante che racconta la città con un linguaggio nuovo, profondo, autentico. Ogni oggetto, ogni immagine, ogni suono trasuda verità e amore. Poi si passa alla seconda parte, quella del
grande successo, dei concerti, della consacrazione nazionale einternazionale. Qui l’emozione si fa più forte, quasi travolgente.
Quello che mi ha colpito più di tutto sono stati i video dei suoi live. Rivederlo sul palco, sentire la sua voce, percepire il legame col pubblico, è stato qualcosa di commovente. Ma il momento più toccante, per me, è stato rivedere lui e il suo grande gruppo – quello che ha dato vita all’album Vai Mò – in un filmato che sembrava sospendere il tempo. Era lì, con Tullio De Piscopo, James Senese e gli altri, e sembrava di essere parte di quel momento, di sentire l’energia vibrare nell’aria.


Il museo era affollato, ma silenzioso. Le persone si muovevano con rispetto, con emozione negli occhi. Pino è ancora lì, vivo nel cuore della sua città e della sua gente. Spiritual non è solo un omaggio, è una dichiarazione d’amore, un modo per continuare a dirgli grazie.
Chiunque abbia amato Pino Daniele dovrebbe concedersi questo viaggio. Ne uscirà con il cuore un po’ più pieno, gli occhi lucidi e la musica che continua a suonare dentro.

Articolo a cura di Sandro Trombin